Nelle settimane della pausa estiva ti proponiamo la lettura di un testo a tua scelta fra quelli qui indicati, di cui trovi in nota qualche parola di presentazione:
- Lia Levi, “Una bambina e basta” (nota1)
- Donatella Di Pietrantonio, “Bella mia” (nota2)
Su di essi e sulle tue altre letture estive avrai modo di confrontarti con compagni ed il tuo insegnante nel corso del prossimo anno scolastico.
Buone vacanze e buona lettura!
Gli insegnanti del dipartimento di Lettere
[1] 1938-1944: questo l'arco di tempo del racconto. 1944-1994: questi gli anni che ci sono voluti perché l'autrice si decidesse a dare voce alla sé stessa bambina, punto di vista attraverso i quali sono filtrati gli anni del racconto. Precisando immediatamente, in conseguenza al titolo di un quotidiano che recitava "Io, l'altra Anna Frank", che "quel titolo non corrisponde minimamente al mio sentire. Penso che sia superfluo ribadire il profondo rispetto dovuto alla memoria di Anna, simbolo della deportazione di tutti i bambini ebrei, sicché, solo pensare ad un qualsiasi accostamento o paragone, mi sembra fuorviante e blasfemo". Perché il contesto del racconto è, certo, la vita in una Roma occupata di una famiglia ebrea, ma l'oggetto del racconto è, come recita il titolo, una bambina e basta. Una bambina che nel 1938 non può più frequentare la sua scuola e, insieme alla mamma, trova rifugio in un convento cattolico: la storia scorre attorno a lei, ma ciò che noi comprendiamo dalle pagine è come quei grandi eventi vengano percepiti e interpretati da una bambina che vede modificare la sua quotidianità senza capirne i motivi, che però cerca di indagare con ingenua curiosità. Ciò che lei capisce è di avere una identità particolare e anomala, quella di bambina ebrea: sarà la mamma, alla fine della guerra, a ricordarle il suo diritto di essere "una bambina. E basta".
[2] Il terremoto ha portato via alla protagonista una parte di sé – Olivia, la sua gemella – e le ha lasciato la difficile eredità di ricostruire la propria identità e di colmare il senso di perdita suo e di Marco, il figlio quindicenne di Olivia. Un romanzo di formazione, che passa attraverso il dolore della perdita e che porta alla difficile ma necessaria prospettiva del futuro. Il linguaggio - a tratti crudo, a tratti sognante – accompagna l’oscillazione della voce narrante e del lettore tra il rifiuto della realtà e la volontà di reagire al dolore. Molto bello e vero, lontano da facili sentimentalismi ma proprio per questo toccante e commovente
da
del lunedì, 16 giugno 2025