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Il Giardino delle Giuste e dei Giusti

Un albero per ogni persona che ha scelto il bene

Presentazione

 

L’ostinazione del “bene”

“In mezzo ai reprobi, noi non ci dimentichiamo dei Giusti”, di coloro che, anche a rischio della propria vita, reagirono attivamente alle ingiustizie, difendendo la dignità dei perseguitati e soccorrendo le vittime dell’odio; di coloro che seppero opporsi alla sofferenza rigettando giustificazioni “banali” quali l’obbedienza o il senso del dovere. Non eroi e nemmeno santi, semplicemente dei “disobbedienti” che decisero di rispondere del loro agire esclusivamente alla propria coscienza, quella che rende ogni persona un essere umano. L’esempio morale dei Giusti accresce la speranza in un mondo migliore, ma al tempo stesso inquieta; dimostra che si è sempre liberi di reagire di fronte al male, scegliendo tra due opposte alternative: dire un sì o un no, appoggiare oppure contrastare un sistema anti-umano. E se gli stermini, le torture e gli abusi chiamano in causa la nostra sensibilità davanti al male, l’esempio dei Giusti rappresenta il passo ulteriore: ci pone di fronte a una domanda che implica una risposta inequivocabile e consapevole. Così come gli uomini Giusti di ogni epoca anche noi possiamo decidere se conformarci all’indifferenza oppure affermare la nostra capacità di patire per le ingiustizie e le sofferenze degli altri.

 

Un albero per chi ha scelto il bene.

Anche il nostro Giardino dei Giusti, sull’esempio dello Yad Vashem di Gerusalemme e di altri Giardini sparsi un po’ in tutto il mondo, è un luogo di memoria, destinato a ricordare tutte e tutti coloro che, mettendo a rischio la vita, la carriera, le amicizie, sono stati capaci di preservare i valori umani di fronte a leggi ingiuste o all’indifferenza della società.

Non esiste e non esisterà mai una tipologia esaustiva degli uomini Giusti, poiché nel corso della storia e in ogni contesto appaiono sempre figure nuove, in grado con la loro coscienza e la loro capacità di giudizio di anticipare il corso degli avvenimenti. Donne e uomini Giusti sono coloro che, di fronte ai genocidi, denunciano con coraggio i crimini alla società o prestano in prima persona soccorso alle vittime e si adoperano per salvare le loro vite. Oppure sono coloro che, in un sistema totalitario o in una dittatura, difendono la libertà, la pluralità umana, i valori della democrazia, o in un sistema fondamentalista e teocratici, si battono per la libertà religiosa e di opinione. E ancora sono coloro che si oppongono al terrorismo, che si battono contro ogni forma di negazionismo e invitano i loro Paesi ad assumersi una responsabilità pubblica per crimini commessi nel passato, che si impegnano a fare delle scelte consapevoli di fronte ai cambiamenti climatici, promuovendo comportamenti esemplari e operando attivamente nella società per la conoscenza dei rischi a cui va incontro il nostro pianeta.

Risultati

Le Giuste e i Giusti nel nostro Giardino

a.s. 2021/2022

Ursula Hirschmann

Ada Rossi

 

a.s. 2022/2023

Wallace Broecker

Rachel Carson                                                            

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a.s. 2021/2022

Donne per l’Europa

Che cosa unisce l’ebrea berlinese Ursula Hirschmann, che ha sempre sostenuto, come Brecht, di aver cambiato “più frontiere che scarpe” con la professoressa di matematica e fisica Ada Rossi? La risposta è semplice: l’Europa. Entrambe hanno infatti investito gran parte della loro esistenza nella costruzione di un’Europa unita e in pace; un’Europa del pensiero, delle idee, della visione e della realtà. Pur partendo da storie, paesi e sensibilità differenti, entrambe hanno creduto in un’Europa accogliente, plurilingue e multiculturale, non timorosa delle diversità ma capace di integrarle e di arricchirsene. Ed entrambe, per le loro convinzioni europeiste e pacifiste molte hanno pagato un alto prezzo personale: Ursula Hirschmann ha conosciuto l’esilio e Ada Rossi è stata inviata al confino per la sua attività antifascista.

A loro è dedicato il primo albero del nostro Giardino dei Giusti

Ursula Hirschmann (1913 –1991)

“Noi déracinés dell’Europa che abbiamo «cambiato più volte di frontiera che di scarpe» – come dice Brecht, questo re dei deraciné - anche noi non abbiamo altro da perdere che le nostre catene in un’Eu-ropa unita e perciò siamo federalisti”

  

Ursula Hirschmann non soltanto è stata una delle “Madri fondatrici dell’Europa”. E prima ancora ha portato avanti la Resistenza europea contro la dittatura nazi-fascista, promuovendo un progetto rivoluzionario che guardava ad un’Europa libera e unita. Una donna che, insieme ad altre, ha segnato la via dell’antifascismo e dell’europeismo in un passaggio cruciale del nostro passato più recente e che del pensiero federalista ha fatto il credo di tutta una vita impegnata in politica e che, in questa Europa travagliata da sovranismi e nuove insidie nazionaliste, vale la pena rivivere.

Per una biografia Ursula Hirschmann. (link al documento pdf) 

 

Ada Rossi ((1899 –1993)

“Non uno stato unico, come la pensava forse Napoleone e prima ancora Carlo Magno, ma una federazione di stati con il proprio carattere, con le proprie leggi individuali, una federazione in cui ognuno avrebbe rinunciato a una parte della propria sovranità, per darla a questo nuovo stato che è la grande Europa”

 

Ada Rossi è stata una donna laica con una fisionomia intellettuale e politica tenace, forte e autonoma, che emerge con tanta vitalità nel suo impegno come insegnante, partigiana e convinta europeista. È sempre stata un soggetto attivo e protagonista della propria vita, senza mai vivere di luce riflessa, svolgendo importanti compiti di propaganda, collegamento e formazione politica dei giovani anche senza l’appoggio del marito. Ada trasmette lezioni di antifascismo ai giovani poi divenuti protagonisti della resistenza bergamasca.

Per una biografia di Ada Rossi (link al documento pdf) 

 

a.s. 2022/2023
 

Il problema dell’inquinamento e quello del cambiamento climatico e dei vari rischi ad esso collegati sono probabilmente le più grandi sfide del nostro tempo. Il nostro pianeta, per effetto dell’intervento umano che ne ha sconvolto gli equilibri sistemici, rischia di non essere più una Casa accogliente e adatta alla vita umana. Senza dimenticare che i problemi ambientali, dalla siccità alle inondazioni, dalle ondate di caldo o freddo all’inquinamento, hanno anche ricadute sui diritti umani, generando nuovi conflitti e migrazioni di massa.

In questo quadro agiscono Wallace Broecker e Rachel Carson, che fanno parte delle Giuste e dei Giusti per l’ambiente, ovvero di coloro che hanno lottato per portare consapevolezza e soluzioni ai problemi ambientali e che hanno messo in guardia il mondo sul problema dell’utilizzo irresponsabile degli agenti chimici e del riscaldamento globale in un momento in cui pochi erano disposti ad ascoltare.

A loro sono dedicati i due nuovi alberi del nostro Giardino delle Giuste e dei Giusti

 

Rachel Carson (1907 –1964)

“È alla popolazione che viene richiesto di assumersi il rischio determinato da chi controlla le infestazioni. È dunque la popolazione che deve decidere se bisogna andare avanti per questa strada; e può farlo soltanto se ha una completa conoscenza dei fatti”

 

Fu la prima a denunciare i danni causati da fenomeni quali la deforestazione e l’incontrol-lato intervento dell’uomo sull’ambiente. In Primavera Silenziosa (1962), descrisse i danni irreversibili all’ambiente e all’uomo causati dalle sostanze utilizzate in agricoltura e propose soluzioni biologiche, per le quali fu attaccata e fu vittima di una campagna di denigrazione brutale. Solo 16 anni dopo la sua morte le venne assegnata la Medaglia Presidenziale della libertà e diventò un modello per la difesa dell’ambiente in tutto il mondo.

Per una biografia di Rachel Carson (link al documento pdf) 

Wallace Broecker (1931 –2019)

“L’analisi paleo climatica dimostra che, lungi dall’essere auto stabilizzante, il sistema climatico terreste è una bestia scontrosa che reagisce in modo esagerato anche ai piccoli colpetti […] e noi lo stiamo stuzzicando con dei bastoni”

 

Professore di Scienze Ambientali presso il Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University, geofisico e climatologo, può essere definito il “pioniere” dei cambiamenti climatici. Fu il primo scienziato a usare e a rendere popolare il termine “global warming”, apparso in un suo articolo dell'agosto del 1975, riuscendo a attirare l’attenzione sul problema del riscaldamento globale in un periodo in cui in cui ancora poche persone erano disposte ad ascoltare. Fino agli ultimi giorni di vita ha continuato a occuparsi delle sue ricerche e di nuovi progetti per ridurre la presenza di anidride carbonica nell’aria.

Per una biografia di Wallace Broecker (link al documento pdf)